“[…] Non si può dimenticare, l’innumerevole moltitudine di laici e laiche che hanno preso parte direttamente alla diffusione del Vangelo attraverso l’insegnamento catechistico. Uomini e donne animati da una grande fede e autentici testimoni di santità che, in alcuni […] Anche ai nostri giorni, tanti catechisti capaci e tenaci sono a capo di comunità in diverse regioni e svolgono una missione insostituibile nella trasmissione e nell’approfondimento della fede. La lunga schiera di beati, santi e martiri catechisti ha segnato la missione della Chiesa che merita di essere conosciuta perché costituisce una feconda sorgente non solo per la catechesi, ma per l’intera storia della spiritualità cristiana.
[…] La funzione peculiare svolta dal Catechista, comunque, si specifica all’interno di altri servizi presenti nella comunità cristiana. Il Catechista, infatti, è chiamato in primo luogo a esprimere la sua competenza nel servizio pastorale della trasmissione della fede che si sviluppa nelle sue diverse tappe: dal primo annuncio che introduce al kerygma, all’istruzione che rende consapevoli della vita nuova in Cristo e prepara in particolare ai sacramenti dell’iniziazione cristiana, fino alla formazione permanente che consente ad ogni battezzato di essere sempre pronto «a rispondere a chiunque domandi ragione della speranza». Il Catechista è nello stesso tempo testimone della fede, maestro e mistagogo, accompagnatore e pedagogo che istruisce a nome della Chiesa.”
Da “Antiquum Ministerium”

Testimonianze

Le testimonianze dirette di coloro che hanno conosciuto Mino, semplici pensieri per ricordarlo.

Scritti

Una raccolta di scritti e documenti provenienti dal passato, per conoscere meglio Mino.

“[…] Quando il ragazzo scopre che qualcuno s’interessa di lui, gli risponde seguendolo ovunque lo conduca; ecco dove il “culto dell’eroe” […] s’inserisce come una grande forza in aiuto del capo.
[…] Il capo che è l’eroe dei suoi ragazzi tiene in mano una leva possente per il loro sviluppo, ma al tempo stesso si addossa una grande responsabilità. Essi sono pronti a cogliere le sue più piccole caratteristiche, siano essere virtù o vizi. Il suo modo di fare diviene il loro; la cortesia di cui dà prova, i suoi malumori, la sua gioia sorridente o il suo cipiglio impaziente, la padronanza di sé che egli si impone o le sue eventuali cadute morali: tutto ciò è non solo notato, ma ricopiato dai suoi ragazzi. – Perciò, […] il capo deve egli stesso mettere in pratica scrupolosamente i dettami in ogni occasione della sua vita. Allora, quasi senza bisogno di una sola parola di spiegazione, i suoi ragazzi lo seguiranno.
[…] Un capo dunque ha un’enorme responsabilità sulle sue spalle; deve fare ciò che è bene, e farlo per motivi buoni; deve lasciare che i ragazzi vedano ciò che fa, senza per questo farne esibizione. Anche qui è l’atteggiamento del fratello maggiore, non quello dell’insegnante, che ha maggiore efficacia.”
Da B.P. – “Il libro dei capi”