Testimonianza di Carmelo Distante
“In una delle tante occasioni in cui i ragazzi non si presentavano alla riunione senza nemmeno avvisare io ero molto scocciato: <<Basta!>>, gli dicevo <<devono prendere una decisione.>> E lui mi fa: <<ma li hai chiamati?>> <<No>>, gli rispondo io. <<Ho messo un messaggio su Facebook e non hanno nemmeno risposto. Ho mandato un sms e niente.>> <<Ma li hai chiamati?>>, continuava lui. <<No>>, dicevo <<sono grandi, non devo chiamarli sempre.>>
<<Sono grandi>>, fece lui <<ma sono ragazzi. Hanno bisogno di sapere che l’adulto si interessa a loro; chiamali. È necessario instaurare un rapporto personale con i ragazzi, con ogni ragazzo.>>
Durante un Consiglio della Legge alla fine di un Campo Invernale un capo squadriglia volle evidenziare che bisognasse fare capire ad uno squadrigliere che non si era impegnato abbastanza per cui non gli si doveva riconoscere la tappa: come si dice <<occhio per occhio, dente per dente>>, fece il capo squadriglia: <<è la legge del taglione.>> <<Noi siamo scout>>, rispose Mino <<non applichiamo la legge del taglione, ma la Legge Scout.>>
In occasione di una uscita si presentarono pochi ragazzi: come al solito io mi arrabbiai e non volevo più andare in uscita. Mino mi disse che chi aveva voluto esserci si era presentato. Gli altri non sappiamo se avessero deciso di non venire o avessero avuto imprevisti dell’ultimo momento.
<<L’uscita si fa lo stesso. Chi c’è, c’è.>> <<E se dovessimo decidere qualcosa?>>, gli feci io. Gli altri non ci sarebbero stati e non avrebbero potuto esprimere il loro parere.
<<Chi c’è decide>>, mi fece lui. <<La Comunità è formata da chi partecipa.>>
Alla fine delle route tutti contenti per come era andata: tanti messaggi; tante belle esperienze; sicuramente avremmo iniziato il nuovo anno con uno spirito diverso.
In quel caso Mino mi bloccò dicendomi che purtroppo dalla sua esperienza questo ardore durava il tempo di farsi la doccia e poi era tutto finito.
Alla fine di un campo scuola in genere i giovani capi arrivano con tante proposte con cui vorrebbero sconvolgere tutto. Lui se ne usciva con la frase <<il sacro furore del neofita.>>
Alla fine della scuola superiore i nostri ragazzi partono per l’università e magari entrano in altri gruppi scout.
Per le feste o l’estate tornano e raccontano cosa hanno fatto. Dai loro racconti si capisce che hanno vissuto delle belle esperienze. Qualche volta fanno un rimprovero nei confronti di noi capi che li abbiamo accompagnati nel loro percorso a Mesagne del tipo lì si fa questo e quest’altro e da noi non si fa. Mino rispondeva: <<hanno dovuto cambiare Gruppo per scoprire lo scautismo>>; magari non si erano nemmeno accorti che quelle cose noi le avevamo proposte magari proprio a loro e loro non le avevano apprezzate.”