Testimonianza di Gianni Moschettini
Dovrebbe essere una cosa molto facile da fare, ricordare un Amico, un Fratello, una persona con la quale hai condiviso buona parte della tua esistenza, invece facile non è, perché non sai da dove iniziare e la carta sulla quale scrivo non potrà mai trasmettere la cosa più importante, le emozioni che ho condiviso insieme a Rondine Allegra, Mino.
Inizierò ricordando un adolescente, che fino ad allora era vissuto fuori dall’Italia, in Nord Africa, che al suo rientro in Patria, non aveva che pochissimi sparuti amici, erano perlopiù parenti.
Era il 1978 e Luigi, un pomeriggio mi disse:” vuoi venire agli SCOUT?” mi invitò ad andare con lui presso la sede di allora che era situata in un ammezzato dal solaio estremamente traballante, del castello di Mesagne.
Fu allora che vidi per la prima volta Mino, ricordo benissimo il suo sorriso, il suo fare accogliente, fu come se ci fossimo conosciuti da sempre, presentandosi mi disse:” Ciao, Mino da Mesagne.”
E fu li che iniziò la mia avventura nel Mesagne 1, fui inserito nella squadriglia Rondine, conobbi e approcciai molti altri ragazzi, Giovanni S., Angelo C., con i quali avrei condiviso tante Avventure e vita futura.
Mino allora era il capo reparto “Alpha-Aquario” (la costellazione si scrive senza la “c”), e si rivelò molto lineare e sequenziale nelle cose, qualcuno direbbe terra terra, in realtà era l’approccio semplice e diretto che Mino aveva in ogni cosa, approccio che portava al succo dell’esistenza scout, L’ESSENZIALITA’.
Con il passare degli anni il legame si faceva sempre più forte, tanto da divenire anch’esso essenziale ed indispensabile, anche se qui Mino avrebbe ribattuto:” Tutti siamo utili nessuno è indispensabile”.
E arriviamo in quel fatidico giorno di maggio 2011, incontrai Mino fuori dal suo studio medico, e ci fermammo a parlare…
Aveva appena fatto una endoscopia gastrica, e con il suo solito fare diretto mi disse:” Giovà, l’ho visto con i miei occhi, avrei voluto non essere medico, ma l’ho visto!!”.
Da li al 24 luglio, non l’ho visto nemmeno una volta vacillare o tentennare, Mino Uomo di grande Fede e coerenza, lascia a noi suoi Fratelli una testimonianza di vita, Mino è tornato alla casa del Padre, perché il Padre lo ha chiamato a sé, mi piace pensare perché aveva assolto al suo compito.
A me Giovanni, Mino lascia un vuoto pieno, un esempio di costanza, coerenza ed etica, e di essenzialità.
 
Ciao Rondine Allegra, Ti rivedrò un giorno, non fosse altro che per dirti GRAZIE MI’…!!!