Testimonianza di Giacomo Ardone
Rondine Allegra, ormai era più di un “totem”, era uno stile di vita. 
Se “allegra” riuscivo in qualche modo a spiegarmelo, era il nome “Rondine” che non mi era molto chiaro. 
Da qui la richiesta del perché di tale Totem; non lo avessi mai fatto, come al solito la spiegazione partiva da lontano, anzi no, da molto lontano. 
Occorre sapere, per i pochissimi che non dovessero essere a conoscenza, la nostra Rondine amava gli approfondimenti, i dettagli, le spiegazioni dotte circoscritte e minuziose, insomma era “allegramente” logorroico. 
Per chi aveva la “sfortuna” di chiedere qualche informazione, la risposta era una descrizione precisa e puntuale del perché e del per come, quando, in che situazione, per quali circostanze ecc. bisognava fermarlo. 
Dunque dicevo!
Perché “Rondine”, mi ricordo ancora come fosse ieri, cominciò come sempre da lontano, ma la prima risposta fu: “la rondine è primavera”, mi piace pensare di esserlo.  Ma poi continuando comincio con il raccontarmi che per i simbolisti Cristiani la rondine era il Nunzio della Resurrezione di Cristo (lo sapevate? Io no! Ma sarà vero?).
Non ricordo esattamente tutto, mi narrò di leggende del nord Europa che volevano si lasciasse una finestra aperta in primavera per permettere alle rondini di entrare in casa e di come tale avvenimento fosse considerato segno di buon augurio e di buona fortuna; oppure della leggenda Armena che racconta delle rondini che si riunirono intorno alla Tomba di Gesù e che quando resuscitò partirono tutti assieme per diffondere nel mondo la buona novella.
Chissà se erano solo sue invenzioni favolistiche oppure da qualche parte lo avesse letto davvero.  Non ho mai approfondito, né mi è mai interessato farlo.  
Il piacere era sentirle le sue narrazioni. Fantasia e leggenda si confondevano con avvenimenti e fatti storici reali con tale equilibrio e armonia che qualunque racconto, anche il più improbabile, finiva per essere credibile. 

Insomma ascoltarlo poteva procurare dipendenza.  
Sapeva portarti su orizzonti inesplorati e affascinanti cosi come “stenderti” con la sua lingua “tagliente e appuntita” come un coltello.  
Ho una lingua che può essere affilata come un coltello soleva dire, quando il primitivo cominciava a ad avere i suoi effetti, (già perché la nostra Rondine apprezzava con moderazione da pennuto il primitivo). 
Condividevo e condivido ancora oggi tali affermazioni. 
Non solo la sua lingua poteva essere tagliente, ma (secondo me), anche gli aculei di cui era simbolicamente provvisto, potevano far male. 
Si perché va detto, una buona alternativa del totem Rondine Allegra avrebbe potuto essere tranquillamente “riccio ipersensibile”;  
Ho sempre pensato che l’aggettivo “Allegra” del suo Totem, fosse più un vestito indossato per le occasioni comunitarie, dove imperativamente doveva sempre regnare l’allegria, che non una reale situazione della sua anima. 
Troppo pura, troppo retta, troppa attenta, troppo…  Troppo tante cose da poter essere mostrata a tutti!
Così mi piace credere e così mi piace ricordarlo!
Sto un po’ esagerando?!  No!
La verità che dopo più di quarant’anni di conoscenza TROPPO è l’aggettivo e l’avverbio che più identifica la nostra Rondine.
Troppo sensibile, troppo intelligente, troppo disponibile, troppo stronzo, troppo onesto, attivo, troppo rigoroso, troppo curioso …  troppo. 
Ed è ciò che lo ha sempre reso unico ai miei occhi, prima di bambino, poi di adolescente infine di uomo. 
Cara Rondine, troppo, troppo, troppo manchi ancora a tutti noi.