Testimonianza di Concetta Pesce
Ciao Mino, mi è stato chiesto di scrivere qualcosa su di te. Non so da dove cominciare.
La mia memoria ti vede da sempre presente nella mia vita, prima in parrocchia, poi piano piano il rapporto è diventato più fraterno.
Avevamo un altro fratello, Don Angelo, che chiamavamo affettuosamente PA. Eravamo una triade, quasi sempre insieme, soprattutto quando mi chiedesti di aiutarti con il gruppo scout. Accettai di buon grado ma ero spaventata, anche perché ero la prima donna in Puglia a diventare capo scout e non avevo conoscenze specifiche.  Ma c’eri tu, mio grande maestro e c’era PA. E avanti tutta. É stata un’esperienza bellissima, gratificante.
Ma ad un certo punto il lavoro mi ha allontanata da Mesagne ed i rapporti, per forza di cose, si sono diradati. Ahimè, quanto mi siete mancati. Per fortuna ci si incontrava, anche se di rado, a qualche convegno che trattava di medicina e riabilitazione. 
Il tempo correva veloce, io capitavo a Mesagne sempre più di rado.
E poi, arriva il giorno in cui ricevo una telefonata da PA che mi informa dell’accaduto. Tu sei volato in cielo e io non so darmi pace per non averti potuto salutare. Una persona di comune conoscenza mi disse che avevi chiesto di me. Ma non c’ero perché non avevo notizie di quello che ti stava accadendo. Perdonami Mino. Ti voglio bene.