A nostro giudizio, Mino aveva il dono, la capacità, la sensibilità di saper trovare in ogni uomo/donna, ragazzo/a qualcosa di unico. Era convinto che la diversità di ognuno era la vera ricchezza e trovava il modo in ogni occasione d’incontro di valorizzarla in modo da far sentire la persona che incontrava amata , ascoltata e capita (il 5% di buono di B.P).
La radice della sua accoglienza nasceva dal suo essere scout, “…aiutare gli altri in ogni circostanza” dice la promessa scout, o se vogliamo dall’evangelico comando “ama il prossimo tuo come te stesso”…
Egli :
– sapeva ascoltare; dove ascolto è mettersi accanto all’altro (né sopra né sotto) senza giudizio precostituito;
– era sempre pronto a rispondere alle richieste oggettive senza ma e senza perché (estote parati);
– sapeva trasmettere serenità e fiducia;
– era leale e diretto nella relazione interpersonale.
Per Mino accoglienza era saper stare accanto. Alcuni esempi?
– Nella professione: l’accoglienza nel suo ambulatorio. I suoi pazienti ricordano con affetto e nostalgia quando per tutti si alzava dalla sua scrivania , apriva la porta con un sorriso, li faceva accomodare, e li stava ad ascoltare…senza limiti di tempo;
– Aveva un sogno: una casa d’accoglienza, che oggi è una realtà ma che lui non ha potuto vedere realizzata;
– Nella politica: si è giocato standoci dentro sì, ma senza lasciarsi stritolato dai meccanismi di partito, rimanendo fedele a se stesso, cercando sempre il confronto con le persone delle più diverse estrazioni politico/culturali;
– Nell’educazione: amava i bambini e i ragazzi, sapeva parlare con loro, capirli e loro si sentivano capiti, amati e rispettati da lui. Era sempre pronto a trovare ed ad usare i modi nuovi per riuscire a dialogare con loro anche attraverso i loro stessi modi nuovi di comunicazione (non per niente era un grande appassionato di Facebook).
