Il suo agire quotidiano di uomo, con tutti i suoi limiti e difetti, da professionista, da laico, da educatore, da amico, era basato su valori come:
Dialogo, Confronto, Lealtà,
Incontro, Ascolto, Libertà,
Rispetto, Verità, Diritti e Doveri,
Conoscenza, Giustizia, Fiducia (5%).
A nostro avviso si può parlare di Mino come uomo di pace perché lui era in grado di dare autenticità alle relazioni, di qualunque tipo esse fossero, passando dalla forma anonima alla valorizzazione delle differenze, nella dinamica del “vinco io nella misura in cui vinciamo insieme” (ci richiamava sempre su questo dicendoci che l’unica forma di dialogo costruttiva era quella del “vinco- vinci”).
Egli non intendeva la pace come assenza di conflitti, ma come gestione degli stessi. Essi, diceva, vanno superati nel confronto, nella dialettica. Affermava di se stesso che “non era un buonista” (per lui pace non voleva dire vogliamoci tutti bene – va tutto bene). E molti di noi si ricordano quanto, a volte, sapeva essere sin troppo duro per amore della verità.
Un uomo di lotta per cui la pace era oggetto di conquista tenace.
E’ stato uomo di pace anche attraverso l’educazione delle nuove generazioni, educazione alla responsabilità e al servizio, dando loro fiducia anche là dove altri avrebbe desistito, perché sapeva guardare oltre le apparenze andando al cuore delle questioni.
Uomo di pace infine perché basava le sue relazioni sull’”Autenticità”, coniugata come Giustizia, Bene comune, Verità e Rispetto!
P.S.: a noi che oggi camminiamo sulla strada da lui tracciata manca il suo passo sicuro e spedito accanto al nostro….
